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La UE ha già capito a cosa serve l'industria della difesa, afferma David Chour della CSG
La holding industriale e tecnologica Czechoslovak Group (CSG) dell'imprenditore Michal Strnad ha avuto un anno buono. L'anno scorso, l'utile netto è aumentato del 44% su base annua a 1,3 miliardi di corone ceche. Il Direttore finanziario della holding, David Chour, si aspetta numeri ancora migliori quest'anno, soprattutto dopo l'aggressione russa in Ucraina. Infatti i politici europei e le banche private non guardano più dall'alto in basso l'industria della difesa e le armi.
Probabilmente i produttori delle armi stanno andando bene ora, ma per quanto riguarda l'anno scorso? Quali sono stati i vostri risultati finanziari?
Il gruppo CSG è stato significativamente più redditizio nel 2021 rispetto al 2020. L'utile netto è aumentato del 44% a 1,3 miliardi di corone ceche. L'indicatore EBITDA è aumentato su base annua di quasi il 21 percento a oltre 2,7 miliardi di corone ceche. I ricavi del gruppo CSG hanno raggiunto 14,5 miliardi di corone ceche, con un calo su base annua di 585 milioni. Per quanto riguarda i ricavi non consolidati, nei quali si può includere anche la Tatra di Kopřivnice, della quale non siamo l'unico azionista, siamo a 22,6 miliardi di corone ceche. Nella holding abbiamo già sei società di un miliardo le cui ricavi hanno superato questa soglia simbolica.
Qual è stato il motivo del calo dei ricavi?
I motivi principali erano due: Abbiamo ceduto il gruppo delle concessionarie Hyundai e Mazda che avevano generato dei fatturati significativi. Il secondo motivo è stata la riduzione dell'addestramento dei piloti di elicotteri e del personale di terra nella società Slovak Training Academy. Lì avevamo addestrato principalmente il personale dell'aeronautica afgana e questo progetto è finito quando il governo di Kabul è crollato inaspettatamente e velocemente e i talebani sono saliti al potere. Ora stiamo cercando una nuova mansione per questa azienda, stiamo trattando con alcuni potenziali clienti ma ci vuole del tempo.
Ha menzionato la cessione delle concessionarie. Perché ve ne siete sbarazzati?
Non era il nostro core business. Era un'opportunità, da qui l'acquisto, la ristrutturazione e la cessione. La nostra attività principale è suddivisa in quattro divisioni essenziali, vale a dire difesa, aerospaziale, ferrovie e automotive, cioè la Tatra, e servizi aggiuntivi.
Il gruppo ha investito nell'acquisizione di alcune nuove società?
L'anno 2021 è stato più calmo in termini di investimenti, ma abbiamo comunque realizzato due importanti progetti di investimento. Il primo è stato l'acquisto del 49% della società DAKO-CZ dalla Tatravagonka Poprad, grazie al quale siamo diventati proprietari al 100% di questo importante produttore di sistemi frenanti per veicoli a rotaie. Il secondo è stato l'acquisto delle quote rimanenti della clinica di riproduzione Prague Fertility Center. Si tratta di un investimento vantaggioso avvenuto al di fuori dei settori dell'ingegneria nei quali opera principalmente il nostro gruppo. Menzionerò ancora un altro disinvestimento - abbiamo ceduto la società di logistica Skyport che opera all'aeroporto Ruzyně di Praga ad un consorzio di investitori stranieri. In futuro vogliamo concentrarci sulle transazioni che sono orientate alle suddette divisioni.
State manovrando intorno a qualcosa?
La CSG manovra sempre intorno a qualcosa. Posso probabilmente rivelare che stiamo negoziando con un'azienda che si occupa di ferro. Integrerebbe la nostra catena di approvvigionamento nel settore della difesa. Stiamo trattando delle acquisizioni nel campo aerospaziale, dove vediamo un'opportunità nelle aziende che sono cresciute notevolmente di recente e attorno alle quali si svilupperà business di manutenzione e altre attività. Stiamo anche valutando l'espansione delle attività nel settore della manutenzione degli aeromobili. Stiamo esaminando il business attorno ai droni in cui vediamo una crescita mondiale e noi vogliamo esserci.
Passiamo a quest'anno. Che effetto ha il conflitto in Ucraina sulla CSG?
Come l'intero settore, stiamo affrontando l'inflazione in seguito alla crisi di covid e anche all'attuale crisi dovuta alla guerra in Ucraina che si manifesta con l'aumento dei prezzi di parti e materiali, nonché con delle interruzioni nella catena di approvvigionamento. Ma non è una situazione che non possiamo affrontare. D'altra parte, la guerra in Ucraina significa un enorme impulso per lo sviluppo dell'industria della difesa nella Repubblica Ceca e in Europa. Le nostre aziende partecipano attivamente nell'aiutare l'Ucraina in collaborazione con il governo ceco e l'ambasciata dell’Ucraina. Senza entrare nei dettagli posso dire che si tratta della consegna dei veicoli terrestri pesanti e anche della loro manutenzione. Grazie ai nostri contatti e al nostro know-how siamo capaci a fornire all'esercito ucraino equipaggiamento e anche le munizioni.
L'aggressione russa contro l'Ucraina ha anche incoraggiato la domanda interna, ovvero quella dell'Esercito della Repubblica ceca. Si può presumere che alcune delle sue esigenze saranno soddisfatte proprio dalle società CSG in quanto la più grande società del settore della difesa.
Il governo ha dichiarato di voler aumentare il budget della difesa di 40 miliardi di corone ceche. Stiamo negoziando con il Ministero della Difesa in merito alle esigenze dell'Esercito della Repubblica Ceca e siamo pronti a soddisfare le esigenze dei nostri soldati in via prioritaria. Non abbiamo ancora nessun’ordine ma si può presumere che si tratterà dei blindi a ruote Pandur e TITUS, oltre a un numero maggiore dei veicoli Tatra con cabina blindata. Qui è giusto aggiungere che già prima dello scoppio della guerra tutta la nostra capacità era utilizzata nei progetti per i clienti stranieri. Visto che non possiamo aumentare le capacità a passi da gigante, dobbiamo negoziare con loro per ritardare le consegne. Siamo un fornitore strategico nella Repubblica Ceca, quindi dobbiamo sempre mettere al primo posto le nostre forze armate e le loro esigenze. Riguarda anche il fatto che un ordine delle armi richiede anni per essere soddisfatto. Ci aspettiamo inoltre che comincerà la competizione tra gli appaltatori, ovvero i clienti. Il governo ceco è un partner prezioso per noi e noi gli concediamo le nostre capacità.
Questo probabilmente significherà un grande aumento dei profitti per quest'anno.
Quanto grande può essere la cifra?
Ha ragione, infatti ci sarà un significativo aumento in base annua dei risultati economici grazie ai progetti per la nostra divisione Defence che comprende aziende che producono veicoli terrestri e anche le munizioni. Non ipotizzerò ora di quale aumento si tratterà. Ma ripeto ancora che anche prima della guerra tutta la nostra capacità era utilizzata e ora dobbiamo pianificare rigorosamente le nostre capacità. Spero anche che il prima possibile si arrivi alla fase in cui non esporteremo in Ucraina solo le armi per aiutare i soldati ucraini ma prevarrà la pace e noi potremo partecipare alla ricostruzione dell'economia e delle infrastrutture ucraine.
Lo chiedo anche per un altro motivo. Prima della guerra in Ucraina l'industria della difesa in Europa si lamentava del fatto che a causa dell'UE e della sua politica di sostenibilità non si trova in una situazione semplice. Alcune banche si sono rifiutate a concedere dei prestiti ai produttori delle armi. Suppongo che grazie all'aggressione russa contro l'Ucraina questo è cambiato...
È certamente chiaro che l'intera Europa si è resa conto dell'importanza della difesa e dell'industria della difesa ma il problema del rapporto tra l'industria della difesa, l'UE e il settore bancario non è risolto. Da un lato, l'Unione vuole e sostiene l'industria della difesa, dopotutto ha l'Agenzia europea per la difesa. D'altra parte aveva adottato un documento chiamato Green Taxonomy che afferma quale industria dovrebbe essere sostenuta in Europa. E l'industria della difesa non fa ancora parte di questa voce. C'è persino una lotta per evitare che nelle fasi successive venga etichettata dalla Unione europea come “indesiderata”. Questo alla fine significherebbe che le banche private non gli concederanno dei finanziamenti.
Perché l'industria della difesa dovrebbe dare fastidio alla UE?
L'industria della difesa non ha problemi a raggiungere gli obiettivi ambientali della tassonomia dell'UE, ovvero ridurre l'impronta di carbonio, proteggere le risorse idriche o riciclare. Ad esempio, la Tatra sta sviluppando un telaio alimentato da un motore elettrico che prende energia dalle celle a idrogeno. Può essere utilizzato sia nel settore civile che in quello militare. Nelle fasi successive, tuttavia, l'UE vuole includere nella tassonomia anche i criteri sociali. Alcuni politici o organizzazioni non governative si battono affinché l'industria della difesa sia etichettata come socialmente non utile, se non addirittura indesiderata. E questa è una sciocchezza quando si tratti di un settore fondamentale per la sicurezza interna ed esterna dell'UE.
Finora abbiamo parlato principalmente del settore della difesa ma il gruppo CSG ha la metà dei suoi ricavi nel settore civile. Avete intenzione di sviluppare anche questo settore?
Stiamo sicuramente costruendo un gruppo diversificato che ha una partecipazione significativa nei settori civili. Ad esempio, la nostra società DAKO-CZ è un importante produttore europeo di sistemi frenanti per trasporto su rotaie, e quindi di un trasporto sostenibile ed ecologico, che si tratti di tram, metropolitana o vagoni merci. Produciamo radar per il traffico aereo civile e militare o software aeronautico. L’industria della difesa e quella civile non possono essere completamente separate.
Ha qualche idea di dove dovrebbe essere la CSG tra cinque o dieci anni?
Sicuramente sì. Ci concentriamo sempre più su ricerca e sviluppo. Il professore Přikryl, vicepresidente per la scienza, la ricerca e l'innovazione presso la CSG Aerospace, afferma che negli affari e in guerra vincerà chi acquisirà e manterrà la superiorità tecnologica. Nel segmento aerospaziale così come nel segmento della tecnologia di terra vogliamo presentare dei prodotti innovativi che utilizzeranno tecnologie rivoluzionarie come l'intelligenza artificiale, la tecnologia quantistica e la propulsione ipersonica. Nel settore aerospaziale abbiamo già un organismo speciale per questo, Consiglio per le innovazioni, e il proprietario ha deciso di destinare una piccola percentuale del profitto proprio alla ricerca e sviluppo. Questa è la strada giusta verso la prosperità non solo per la CSG ma per l'intera industria ceca. Vogliamo crescere in modo dinamico e veloce. Credo che anche grazie alle acquisizioni riusciremo a raddoppiare la nostra performance nel giro di pochi anni.
Dal prossimo anno tutte le grandi aziende dovranno riportare non solo i propri risultati finanziari ma anche la propria responsabilità sociale. Cosa può mettere sotto questa voce una holding industriale come la CSG?
Se ignoriamo il risparmio energetico, il riciclaggio o la tutela delle risorse idriche, ci presenteremo senza dubbio con progetti innovativi come veicolo Tatra alimentato a idrogeno. E abbiamo qualcosa da mostrare anche nell'area della responsabilità sociale. A partire da quest'anno sponsorizziamo la ricerca sulla leucemia presso l'Istituto di ematologia e trasfusione sanguigna con una donazione multimilionaria, siamo il primo donatore privato in assoluto a questa istituzione. Spero che non rimaniamo unici e che le altre aziende si uniranno a noi.
Autore: František Strnad
Fonte: https://www.idnes.cz/ekonomika/podniky/czechoslovak-group-david-chour-rozhovor-tatra-eldis-zbrojarstvi-prumysl.A220502_115552_ekoakcie_rts